Due passi con sé
Incontro del 27.02.2012 a cura del
dott. Flaviano Vighi
L’Amore è il punto di arrivo di un lungo percorso, meta di una continua ricerca da parte dell’essere umano. Ma quando lo si trova non è la favola del “vissero felici e contenti..”. I problemi nascono con il tempo, la vita ci cambia, arrivano sempre nuovi ostacoli e imprevisti fuori e dentro di noi. La relazione stessa diventa un problema a cui è difficile trovare una soluzione.
Dopo aver conosciuto l’Amore Perfetto, viviamo relazioni imperfette, che non ci appagano.
Il punto di partenza per aprire nuove prospettive a un rapporto di coppia non viene dall’esterno. Ogni relazione deve essere vissuta come un’opportunità di sviluppo della nostra coscienza e un salto di consapevolezza.
Bisogna porsi le giuste domande:
Chi sono io? Chi sei tu? Cosa c’è nel mio passato che non mi lascia libero di amare? Cosa ci lega? Chi voglio diventare?
Il passato, il nostro vissuto, l’infanzia, spesso influiscono sul modo in cui ci poniamo di fronte alla relazione di coppia e ci impediscono di vivere pienamente l’esperienza amorosa.
Tutti desideriamo l’amore e allo stesso tempo ne abbiamo paura. C’è una ferita, impressa nel nostro cuore che ci condiziona. Questa ferita ci fa pensare di non meritare l’amore, di non poter essere amati per ciò che siamo.
Quando questa ferita agisce, i nostri blocchi e paure fanno da filtro ad ogni incontro con l’altro, il nostro essere rimane nascosto e soffocato.
L’errore comune è di cercare nell’altro la risposta ai nostri interrogativi, una soluzione e questo ci porta in una situazione di dipendenza, di disequilibrio che non porta alla crescita del rapporto e nemmeno dei singoli.
Il compito di liberarci è solo nostro, nessun altro potrà farlo per noi. Bisogna entrare in contatto con la nostra profondità e porci le domande giuste sapendo che non esiste la scelta sbagliata, ponendoci in un atteggiamento attivo - conoscitivo potremo indirizzarci verso ciò che realmente desideriamo per noi stessi nella vita e nell’amore.
Finché è la nostra ferita a fare delle scelte, l’altro passerà sempre in secondo piano.